La trasmissione di Rai 2 andata in onda il 1° Maggio è stata dedicata alla storia di Mario Diana e al lavoro sociale scaturito dal suo esempio.
È stato un Primo maggio particolare quello vissuto come Fondazione quest’anno: una giornata ricca di emozioni, progetti, ricordi, dove la nostra storia è stata raccontata ad una larga audience, come mai avremmo immaginato.
La trasmissione di Rai 2 “Sulla via di Damasco”, infatti, ha scelto di celebrare la giornata del primo maggio, festa del lavoro e di san Giuseppe Lavoratore, a Caserta, nello stabilimento di riciclo dei rifiuti di Antonio e Nicola Diana, i figli di Mario Diana, l’imprenditore a cui è intitolata la Fondazione.
La puntata, dal titolo emblematico, “Il lavoro è vita”, ha voluto accompagnare il pubblico in un viaggio tra memoria e impegno sociale, dove il lavoro è diventato bussola di orientamento e forma di riscatto; mentre l’impegno nella comunità locale, attraverso progetti e iniziative ha mostrato la vita che scaturisce, quando i più deboli, “gli scarti umani” della nostra società riacquistano dignità attraverso un impiego, un’attività sportiva, un progetto educativo.
Eva Crosetta, conduttrice della trasmissione ha scelto di fotografare l’impegno della Fondazione dall’angolatura del sacrificio e dei “miracoli” ispirati dall’imprenditore Mario Diana, ucciso dalla camorra il 26 giugno 1985, per aver difeso il suo lavoro, la sua azienda, la sua integrità di lavoratore, la sua onestà. Una morte non vana, se a distanza di 37 anni continua ad accompagnare le scelte di giustizia, di libertà, di cura della casa comune fatte da molti.
Mario Diana è stato un seme, da cui sono germogliati percorsi di speranza, di accoglienza, di sostegno a chi è fragile o in difficoltà e la trasmissione li ha documentati ampiamente, anche se la troupe ha confessato che ci sarebbero voluti ben più dei 30’ di durata del programma.
In un’intervista esclusiva, dopo 37 anni dall’omicidio, Antonietta Diana, vedova di Mario, ha condiviso il suo dolore, con delicatezza, semplicità e un cuore aperto che ha saputo commuovere tanti.
Antonietta, la vedova Diana, in una intervista esclusiva ha voluto parlare di suo marito e lo ha fatto con delicatezza e con cuore aperto che hanno emozionato tutti noi e sicuramente anche il pubblico a casa. Un racconto intimo, il suo, che ha ripercorso fatti drammatici ma anche i tanti momenti di felicità vissuta assieme ai figli. Antonietta ha raccontato la scelta non scontata del perdono, concesso grazie alla forza della fede e di chi le è stato accanto. La Fondazione nutre un debito nei confronti di Mario ma anche di Antonietta, ed è con questa consapevolezza che rinnoviamo il nostro impegno nel costruire nuovi percorsi di impegno civile e di sostenibilità per far nascere nuovi fiori che siano testimoni di futuro.