Stralci del discorso inaugurale del Summit Halky V del Patriarca Bartolomeo
Di Elpidio Pota, segretario generale della Fondazione Mario Diana onlus
Viene chiamato il Patriarca verde. Nato nel 1940, con il nome di Demetrio Archondonis nell’isola di Imvros (oggi, Gokceada, Turchia), Bartolomeo è stato eletto, a soli 51 anni, 270° arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico. Qualche anno fa la rivista Time lo indicò come una delle 100 persone più influenti al mondo per aver definito «l’ambientalismo, una responsabilità spirituale». Papa Bergoglio ha sottolineato in diverse occasioni di essersi ispirato nel suo lavoro di redazione dell’Enciclica Laudato sì alle sue parole, citandolo più volte nel testo.
Proponiamo alcuni stralci del suo discorso di apertura dei lavori del quinto Summit di Halky ad Istanbul. Il Patriarca Bartolomeo ha inteso sottolineare due parole chiave prese dal titolo del Vertice: “futuro” e “insieme”.
FUTURO
La prima parola richiama il forte legame intergenerazionale insito nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. “Siamo responsabili – ha detto – dei danni che causiamo nel nostro mondo. Siamo responsabili di lasciare un mondo sostenibile per il futuro. Abbiamo la responsabilità di plasmare un mondo che i nostri figli possano ricevere, rispettare e trasmettere ai loro figli. E purtroppo, siamo proprio la prima generazione che potrebbe lasciare un mondo in condizioni peggiori di quello che abbiamo ereditato. Ecco perché la parola “futuro” è fondamentale.”
INSIEME
La parola “insieme” ci ricorda l’inderogabile approccio interdisciplinare da assumere dinnanzi alla vastità e alla complessità dei problemi ecologici. “Negli ultimi decenni ci è diventato sempre più chiaro che nessuna scienza o disciplina, nessuna istituzione o individuo, nessuna nazione o organizzazione, ma anche nessuna confessione o religione può potenzialmente apprezzare le diverse prospettive o affrontare le varie ripercussioni della crisi ecologica”.
EUCARESTIA E ASCETICA
Bartolomeo ha poi ripreso due concetti centrali nella teologia e nella spiritualità ortodossa: “eucaristia”, nel senso di “rendimento di grazie” per il dono della creazione, ma anche “comunione e condivisione”, e “ascesi” cioè “autocontrollo” delle passioni consumistiche. “Ricordiamo – ha affermato Bartolomeo – che coloro che hanno sono controbilanciati da coloro che non hanno. Quindi anche la visione ascetica del mondo è un altro modo per imparare a condividere con gli altri e con il resto del mondo.”
Ha ricordato poi come la visione del mondo coincide con quella di Papa Francesco. Entrambi siamo convinti che ciò che facciamo al nostro mondo, “lo facciamo al più piccolo dei nostri fratelli e sorelle”, così come ciò che facciamo agli altri lo facciamo a Dio stesso. Non è un caso che, subito dopo aver pubblicato l’enciclica sull’ambiente Laudato sì, l’enciclica successiva di Papa Francesco sia stata Fratelli Tutti. E non è un caso che, dopo numerose encicliche annuali dal 1989 per la protezione dell’ambiente naturale, il Patriarcato ecumenico abbia approvato un documento intitolato “Per la vita del mondo”.
CONNESSIONI
“Tutto è connesso” ricorda spesso il Papa e il Patriarca spiega questa convinzione contestualizzandola: “connessioni tra noi e l’intera creazione di Dio, tra la nostra fede e la nostra azione, tra la nostra teologia e la nostra spiritualità, tra ciò che diciamo e ciò che facciamo; tra scienza e religione, tra le nostre convinzioni e ogni disciplina; tra la nostra comunione sacramentale e la nostra coscienza sociale; tra la nostra generazione e le generazioni future, tra le nostre due Chiese, ma anche con altre Chiese e altre comunità di fede”.