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Ortodossi e cattolici ad Istanbul in dialogo sul futuro del pianeta.

Diario della partecipazione ai lavori del quinto Summit di Halky.

di Elpidio Pota, segretario generale della Fondazione Mario Diana

Sentiamo spesso parlare di vertici e di summit organizzati da grandi organizzazioni internazionali, svolti per confrontarsi su temi e scelte di carattere politico, economico, ambientali, che riguardano il futuro dell’umanità. Anche le Chiese cristiane, insieme, si muovono in questo senso.

Si è svolto dall’8 all’11 giugno, ad Istanbul, in Turchia il vertice Halky Summit V dal titolo “Sostenere insieme il futuro del pianeta – Il ministero profetico di papa Francesco e del patriarca ecumenico Bartolomeo”. Al Summit promosso dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano hanno partecipato giovani universitari e ricercatori di diverse discipline provenienti da tutto il mondo, insieme a professori e teologi delle due chiese oltre ad esperti del settore; tra gli altri, il Prof. Piero Coda, Segretario generale della Commissione Teologica Internazionale della Chiesa Cattolica, il Prof. Giuseppe Argiolas, Rettore di Sophia, Mons. Vincenzo Zani, Segretario del Dicastero Vaticano dell’Educazione Cattolica, Metropoliti ed accademici della Chiesa Ortodossa. 

Un tema, quello della cura del creato e della sostenibilità ambientale di vitale importanza per il pianeta. Non è un caso per il mondo cristiano che il Papa e il Patriarca ecumenico abbiano rilasciato dichiarazioni congiunte sulla tutela ambientale. Il Patriarca Bartolomeo ha pubblicato encicliche e avviato conferenze su questioni ecologiche per più di trent’anni istituendo per il 1° settembre la Giornata mondiale del creato. Papa Francesco ha pubblicato l’enciclica seminale Laudato sì e ha parlato pubblicamente del cambiamento climatico sin dall’inizio del suo ministero. Insieme i due leader oggi più rappresentativi presentano un approccio unitario e una voce profetica sul rapporto inscindibile tra sostenibilità del pianeta e salvezza del mondo.

Ho partecipato al Vertice in rappresentanza della Fondazione Mario Diana, chiamato a presentare l’esperienza partita proprio dal territorio della Terra di Lavoro, sui progetti di educazione ambientale che porta avanti la Fondazione casertana, indirizzati a creare una coscienza ecologica nelle giovani generazioni, in particolare i più piccoli.

Sono stati quattro giorni di lavori con contributi e dibattiti incentrati su temi come “Le radici della crisi ecologica” e “L’impegno per la creazione come casa comune: prospettive globali e politiche”. Il 10 giugno il Summit è proseguito nell’isola di Halki a circa un’ora di battello dalla costa di Istanbul, presso il Monastero greco-ortodosso, risalente al IX secolo, sede nel passato della principale Scuola teologica del Patriarcato di Costantinopoli e oggi luogo utilizzato per conferenze. Si è riflettuto su “Insegnare e promuovere un nuovo paradigma: prospettive evangeliche ed educative”. Sabato 11 giugno la giornata conclusiva con interventi di studiosi ed esperti sui temi: “L’impronta del Creatore nella creazione: prospettive teologiche e spirituali” e “La Santa Sede e il Patriarcato ecumenico: prospettive ecumeniche”.

Il Vertice ha dimostrato la complementarietà dell’approccio teologico e sapienziale delle due Chiese: di tipo etico per i cattolici che attraverso le due encicliche di Papa Francesco, Laudato sì e Fratelli Tutti, guardano con una prospettiva più sociale alle problematiche del mondo moderno aprendo lo sguardo anche alle altre religioni e agli uomini di buona volontà; più di natura ascetica quella degli ortodossi i quali focalizzano lo sguardo sul peccato che l’uomo commette quando deturpa la natura e sulla necessità di una conversione dell’anima. Mons. Job di Telmessos, decano dell’Istituto di Teologia Ortodossa di Chambèsy, ha raccontato come un sacerdote ortodosso era solito dare come penitenza a coloro che si andavano a confessare, l’impegno a piantare un albero e come il territorio della sua parrocchia sia diventato in pochi anni una grande distesa di piante. 

Un seminario pienamente riuscito, sinteticamente riassunto nel documento finale condiviso da tutti i partecipanti. Un incontro fatto di dottrina ma anche di vita. Le relazioni, il dialogo fraterno e franco fra i partecipanti nei momenti a ciò dedicati, gli intervalli e i pranzi vissuti insieme, i trasferimenti per le visite alla città e la partecipazione alla celebrazione religiosa in occasione dell’onomastico del Patriarca, hanno spinto il Prof. Piero Coda di esprimersi con parole molto forti: “Attraverso le tematica dell’ambiente, immersi nei problemi della famiglia umana, abbiamo sperimentato in questi giorni la sincronia che esiste tra le nostre due Chiese. Ritengo che siamo in un momento storico del cristianesimo”.

Dialogo ecumenico e cura del creato dimostrano di essere strettamente connessi. L’uno aiuta l’altro.

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