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La nostra prima settimana a Philadelphia

Continua l’esperienza di studio e di ricerca per i cinque studenti assegnatari delle borse di studio Prometeo_World promosse dalla Fondazione Mario Diana Onlus e dalla Pontifica Facoltà di Scienze dell’Educazione «AUXILIUM» di Roma.

Coadiuvati da professoressa di Economia Suor Alessandra Smerilli, gli studenti stanno lavorando sul gioco virtuale Make It Green sul tema della sostenibilità ambientale e l’economia circolare. All’interno del Centro di Ricerca S.H.R.O. (Sbarro Health Research Organization) di Philadelphia, stanno dunque sviluppando il lavoro iniziato dal team di studenti della Summer School 2017, con l’obiettivo di realizzare un gioco quanto più realistico possibile, che possa offrire un forte contributo al tema della difesa dell’ambiente.

Dopo una settimana di lavoro, Francesco Trimarco ha voluto inviarci alcune sue sensazioni e considerazioni su questa importante esperienza che sta vivendo insieme al suo team di lavoro.

Fermarsi: In un esperienza come quella che stiamo vivendo sembra quasi una perdita di tempo utile. Spesso fermarsi è sinonimo di fallimento, smettere di fare ciò che si sta facendo o smettere di credere in ciò che si fa.

Non è il nostro caso. Fermarsi e prendersi un momento per pensare, ripercorrere ogni singolo passo fatto in questa città è utile, fondamentale anzi. Aiuta a comprendere gli errori fatti, le esperienze vissute, le nozioni assimilate, i bei momenti passati insieme agli altri.

Alla fine di questa prima settimana posso dire di aver imparato molto: esser catapultato in una realtà di lavoro come quella all’interno di un centro di ricerca, e per di più a Philadelphia, mi rende orgoglioso, fiero di me stesso. In 7 giorni posso affermare di aver imparato tanto, la trasversalità di informazioni che ci sono state date ci permette di accrescere il nostro bagaglio personale, e di migliorare il modo di vedere le cose. L’aspetto psicologico che c’è dietro ad ogni cosa era per me un mondo completamente sconosciuto, ed in gran parte continua ad esserlo perché troppo vasto. C’è però la consapevolezza di aver appreso  teorie direttamente applicabili nel concreto e che potrebbero aiutare i singoli individui all’accettazione e alla risoluzione del problema della ecosostenibilità.

Per quanto riguarda il gruppo, personalmente non credevo di poter raggiungere un affiatamento così forte in così poco tempo, sarà che siamo tutti una banda di matti, sarà che il succo mette tutti d’accordo, ma sembra che ci conosciamo da una vita. Che dire, se dopo solo 7 giorni è successo tutto questo, non oso pensare come arriveremo all’ultimo giorno.

Sul progetto: la sensazione di poter fare qualcosa di importante c’è, l’idea di fondo per me è ottima e il fatto che ognuno di noi ha bene in mente il da farsi è importante ai fini della riuscita del progetto. Probabilmente il punto critico sarà l’allineamento dei lavori, per questo sarà importante il confronto e la comunicazione”.

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