di Marco Miggiano
Via Trento a Caserta è una di quelle classiche strade di periferia dove la quotidianità passava tra rifiuti che non venivano raccolti con regolarità, palazzine abbandonate a se stesse e un degrado sociale che veniva ormai accettato quasi come normalità. Via Trento però è a circa 500 metri dal centro della città; si attraversa un pezzo della più nota e storica via Acquaviva, due passaggi a livello adiacenti tra loro e si arriva nella piazza che ospita il santuario di Sant’Anna. Di lì, si è su via Roma in un attimo, il centro cittadino. Due mondi separati metaforicamente da quelle rotaie che dividono la città in due: quello che veniva chiamato negli anni 80’/90’ il ghetto Acquaviva e la città di Caserta.
Quella periferia però nel corso degli anni è mutata, ospita la sede dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, è il cuore di una Caserta vera, antica, che cerca riscatto e dignità. Perché per avere una città sostenibile, una comunità felice, si deve partire proprio dalle periferie, dal quel cuore pulsante che racchiude memoria e futuro. Così, anche e soprattutto grazie all’attivismo del “Comitato Città Viva”, a via Trento iniziano a cambiare le cose. I residenti, insieme al Comitato, dapprima si adoperano con la ditta che si occupava della raccolta dei rifiuti per far si che la zona fosse pulita con costanza. Si organizzano laboratori, doposcuola, spettacoli teatrali; il gruppo che ormai si sente una cosa sola tra residenti e membri del comitato fa pressione anche per la riqualificazione delle palazzine e degli spazi comuni. Inizia, quindi, un lungo percorso fatto di riunioni, assemblea anche sotto la pioggia, costante ricerca di una interlocuzione con gli enti preposti. L’obiettivo è la ristrutturazione delle case popolari attraverso il Super Bonus 110%, la riapertura degli spazi verdi e una più generale rigenerazione urbana di tutto il quartiere.
L’auto organizzazione degli abitati ha poi portato nel quartiere a una serie di visite istituzionali che hanno per ovvi motivi riacceso l’attenzione della città su quello che accadeva in quell’angolo di periferia. In primis, il Vescovo S.E. Mons. Pietro Lagnese ha fatto visita agli abitati, accompagnato dal sindaco di Caserta, Carlo Marino. Ancora più importante forse, quel giorno di maggio, la presenza del Presidente e del Direttore Generale di ACER Campania, realtà che precedentemente aveva un rapporto di chiusura rispetto a questa vicenda. Raccontare quello che è accaduto in questi mesi a via Trento significa raccontare l’essenza del dialogo, della comunione di intenti di un gruppo di persone che danno vita, banalmente, a delle riunioni di condominio per trasformare e rigenerare non solo le loro palazzine ma anche un intero quartiere che da ghetto vuole diventare una comunità felice.