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Apriamo spazi verdi, la città ha bisogno dI respirare!

L’esperienza di tre parchi gestiti da Comitati che insegna tanto a Caserta 
di Marco Miggiano

Questa storia inizia con il più classico de “C’era una volta”. C’era una volta una città che non aveva spazi pubblici verdi, dove quelle poche aree dedicate ai bambini avevano strutture vecchie e poco sicure. Una città con troppi muri, cancelli chiusi e palazzi di cemento che venivano costruiti cancellando alberi e sogni. Poi un giorno, qualcosa cambiò. Uno di questi cancelli si aprì e la città iniziò a respirare. La storia di Villa Giaquinto l’ho raccontata così a mio figlio e ora quel parco di un ettaro nel centro di Caserta è uno dei suoi posti preferiti. Uno spazio verde di proprietà comunale abbandonato, rianimato in questi sei anni da un Comitato che se ne prende cura.

“A Caserta il modello di gestione condivisa dei beni comuni ha cambiato il modo di percepire gli spazi urbani; un miglioramento è possibile se costruito insieme, attraverso un impegno di comunità”, spiega Luca Vozza, presidente del Comitato per Villa Giaquinto. Un bene comune che ha fatto da esempio per altri luoghi verdi della città, prima grigi e tristi, ora colorati e pieni di vita. A Caserta oggi esistono tre parchi gestiti dal basso, da comitati di quartiere, tre parchi che hanno dimostrato come sia possibile la costruzione di una reale alternativa di gestione del bene comune. Oltre Villa Giaquinto, anche la villetta di via Arno, nello storico quartiere Acquaviva gestito dal Comitato Città Viva e la villetta di Parco degli Aranci gestita dall’omonimo Comitato. In questi tre parchi si piantano nuovi alberi, i volontari curano il verde, anziani e giovani ristrutturano insieme giostre per bambini, si promuovono iniziative solidali, vengono raccolti fondi per supportare chi ne ha bisogno, si organizzano eventi pubblici gratuiti. A Villa Giaquinto, poi, si produce addirittura della marmellata di arance. “Una delle iniziative di finanziamento di cui siamo più orgogliosi è la produzione di marmellate di arance amare, l’albero che negli anni abbiamo cercato di valorizzare come simbolo del parco, che coinvolge una rete di cooperative e aziende del territorio e che restituiscono un’idea di economia semplice, di prossimità e profondamente calata nel sociale”.

Il Comune di Caserta, inoltre, ha approvato già da tempo un patto di collaborazione con queste realtà, dando loro piena autonomia nella gestione condivisa delle aree. “Il Patto di Collaborazione è uno strumento che nasce proprio per garantire ai gruppi formali e informali di cittadini di attivarsi per contribuire alla cura e alla gestione dei beni comuni – continua Luca – La proprietà rimane pubblica e non c’è un affido o una locazione di uno spazio: ciò ha permesso ad esperienze come la nostra di costruirsi intorno alla partecipazione volontaria, libera da interessi personali e particolari”. Ancora, grazie alla loro caparbietà, alla luce che hanno accesso su queste aree, ora i tre parchi sono stati inseriti in una più ampia opera di riqualificazione che interesserà varie zone della città. Una vittoria per i tre Comitati che ora chiedono a gran voce all’amministrazione comunale una co-progettazione per ridisegnare i parchi, quei parchi che hanno fatto respirare nuovamente la città. 

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