Che ne sarà dei temi ambientali finita la crisi? Sarà il momento di invertire la rotta o torneremo alla vita e ai modelli di consumo di sempre?
di Antonio Diana, presidente Fondazione Mario Diana
Celebriamo il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra in piena pandemia, la prima dell’era globalizzata, la peggiore dalla fondazione delle Nazioni Unite.
Siamo di fronte ad uno shock senza precedenti che viaggia su più livelli: sanitario, sociale, ambientale, economico. Un piccolo virus ha fatto crollare distanze, dogane, trattati, frontiere facendoci toccare che un mondo iper-connesso e in corsa non cessa di essere fragile.
Eppure non possiamo lasciar passare in silenzio questo anniversario, anche se siamo chiusi a casa, anche se preoccupati per la salute nostra e dei nostri cari, anche se incerti di fronte al lavoro e al futuro. La Giornata mondiale della terra ci richiama all’impegno e alle scelte.
In particolare per Italia e l’Europa è tempo di scelte radicalmente diverse da quelle del passato e da modelli di produzione e consumo tradizionali: serve un nuovo modello di economia che tuteli l’ambiente e orienti aziende, città, comunità, non alla produzione di scarti e rifiuti ma al riutilizzo e alla rigenerazione delle risorse per creare benessere e ricchezza. Si può crearne ancora “dopo il Covid-19”, ma in modo sostenibile e circolare.
Lo sviluppo sostenibile è oggi un obiettivo strategico per il presente, ma soprattutto per il futuro e la sfida ambientale, legata alla conservazione delle risorse del nostro Pianeta, non più eludibile. La pandemia ce ne ha dato la prova. Secondo gli esperti, il “passaggio” del virus dagli animali all’uomo è stato causato proprio da noi, dalle modifiche imposte al loro habitat naturale che li ha costretti ad un contatto sempre più stretto con la specie umana.L’ambiente, quindi, non è più un’astrazione distante, ma è lo spazio che condividiamo anche con i virus e dalla salute di questo spazio dipende la nostra salute e la qualità della nostra vita.
Certo, la soluzione ai problemi ambientali non può essere la quarantena, ma non possiamo neppure rischiare che questa crisi non ci abbia insegnato nulla. Serve scongiurare, piuttosto l’ “effetto rimbalzo”, e cioè allentare le salvaguardie ambientali per concentrare tutte le risorse sull’economia in crisi con il rischio di tornare ad un’economia lineare basata sul fossile, annientando tutti i risultati ottenuti da un’economia circolare fondata sul riutilizzo. Anche qui serve scegliere e mettere in azione regole collettive e comportamenti individuali per costruire futuro.
Quindi il “dopo Covid-19” è un tempo responsabile di scelta. E noi come Fondazione abbiamo scelto. Anzitutto rinnovando il nostro impegno per l’educazione ambientale, per i giovani, per chi è rimasto indietro. Poi rinnovando anche il nostro sito e offrendo a tutti voi uno spazio nuovo di storie, esperienze, iniziative che abbiamo chiamato “Seventeen 17+1” per richiamare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, puntando però sull’ 1, cioè l’impegno di ognuno di noi nel fare la differenza sul cammino della sostenibilità. Sarà una rubrica settimanale curata da Maddalena Maltese e Marco Miggiano, aperta e in dialogo con esperti, appassionati, giovani e meno giovani, cittadini green, attivisti per stringere una nuova alleanza con l’ambiente e creare un movimento di sostenibilità civile.